I Rossi di Ca’ di Rajo

Ho una predilezione per la zona del Piave. Area di grandi produzioni, non sempre di qualità, ma con tante famiglie di vignaioli che cercano invece di puntare sulla qualità. Spesso con risultati non all’altezza, altre volte con risultati decisamente buoni, ma scarsamente valutati dalla critica enologica.

E così è con piacere che ho assaggiato alcuni vini di Ca’ di Rajo, di San Polo di Piave (TV).

Dei diversi vini assaggiati, insieme ad altri appassionati ed operatori, devo dire che quelli che ci hanno più colpito sono i rossi.

Dal Marinò 2010, un taglio bordolese con un’aggiunta di 20% di Raboso che lo differenzia nettamente da altri tagli bordolesi e lo rende molto interessante. Un vino corposo, di struttura, ma che mantiene un’ottima bevibilità (notevole soprattutto perché le tre uve sono surmature ed appassite) e che nonostante i due vitigni di origine francese, sembra molto vicino al territorio (cosa confermata dall’assaggio e dalla stessa “firma” nei due vini successivi).

Il Raboso Sangue del Diavolo 2009, Raboso del Piave in purezza ha solo il 10% dell’uvaggio appassito. Pur essendo piacevole e sempre bevibile, non ha nell’equilibrio la sua caratteristica maggiore. Saremmo curiosi di assaggiarlo ancora con un po’ di mesi alle spalle.

Il Raboso Del Piave Riserva Notti di Luna Piena 2007. Leggendo le caratteristiche: 30% delle uve viene appassito per 60/90 giorni e affina per 24 mesi in barrique da 2.25 hl . Il 70% delle uve viene surmaturato in pianta e poi sosta 36 mesi in botte da 12 hl, il rischio era di trovarsi davanti uno di quei vinoni che piacciono al primo calice, ma poi non li finisci mai.
Ed invece… una vera sorpresa. Irruento, tosto, massiccio, ma in poco meno di mezz’ora la bottiglia si è svuotata. Gran vino. Con una bevibilità sorprendente.

Un grazie a Ca’ del Rajo per la possibilità dell’assaggio, a conferma che il Piave, soprattutto sui rossi, può dire la sua nel panorama nazionale.