Questa la giudicate voi!

Metti una sera tra appassionati di vino e qualche giornalista del settore. Si parla di come valutare un’enoteca.

Pareri più o meno concordi, tranne uno. L’età ed il sesso. Non preoccupatevi niente di vietato ai minori, semplicemente ci veniva fatto notare che un appassionato di vino con dieci anni di degustazioni e frequentazioni di enoteche alle spalle, può essere un buon critico, ma non può essere in grado di conoscere i gusti di under 30, magari donne, che sono sempre più presenti come clienti delle enoteche.

Ed allora è partita la sfida. Presa una delle enoteche già recensite (Il Vinodromo), abbiamo invitato quattro ragazze under 30 (con un accompagnatore maschile per mischiare le carte) che bevono vino, ma non sono esperti.

E gli abbiamo detto “Questa la giudicate voi”

Vediamo prima però chi sono e qual’è stato il loro primo contatto con il vino:

Letizia, 27 anni, insegnante scuola dell’infanzia. Si butta sul vino per dimenticare le urla e gli schiamazzi dei bambini, ma oltre a ciò, deve la sua passione per il vino a causa del papà, un vero appassionato, che ha sempre scelto con cura le bottiglie da bere a pranzo o cena.

Paola, 26 anni, impiegata nel settore viaggi. Quando non prende un aereo, prende una sbornia per viaggiare lo stesso. Amore per il vino a causa della nonna, che non mancava di mettere mai un po’ di vino rosso nella minestra.

Carolina, 24, insegnante scuole elementari. Alle prese con le crisi dei genitori ai colloqui di classe, o andava sul vino o su qualcosa di più pesante. Ha optato per il primo. Per lei il vino si ricollega ai ricordi dei pranzi della domenica, quando ci si ritrovava insieme e non mancava mai sulla tavola una o più bottiglie di vino.

Diana, 28 anni, impiegata in banca. Con la crisi dei sub-prime e dei mutui, ha visto scemare tutti i bonus annuali, non le rimaneva che rifarsi con il prosecco elargito a Natale dai suoi capi. Il primo contatto con il vino che ricorda sono i bottiglioni che i contadini si portavano sempre dietro, oltre ad avere un cognato che non si muove senza una cassa di Montrachet nel bagagliaio dell’auto.

Ed infine:

Roberto, 25 anni, impiegato. Da sempre birraiolo, a furia di frequentare le quattro sopra, ha deciso di andare su qualcosa di più forte.

Regole della serata: comportarsi come una normale sera in enoteca e solo alla fine compilare un questionario di valutazione personale.

La prima mezzora passa solo per decidere cosa mangiare e bere, la lista vini che ha poco meno 20 etichette tra bollicine, rossi e bianchi, viene sviscerata ben bene.

La carta vini al calice del Vinodromo, contiene una lista di vini ben conosciuti dagli appassionati, ma poco da chi il vino lo beve solo per piacere.
Diana: “Ma non c’è la falanghina di San Gregoria, San Teodorio? Mi piace un sacco“, Paola: “Io bevo solo rossi e qui ce ne sono troppo pochi e non li conosco“.
C’è invece chi è contento del fatto di non conoscere i vini in carta, finalmente potrà assaggiare qualcosa di nuovo.

E così dopo trattative estenuanti, degne del disarmo tra le due Coree, si ordina il primo giro: Chianti Classico, Sylvaner, Rosso di Valtellina, eccetera.

Sul cibo, tutto più facile e veloce.
La scelta del secondo giro di vini è molto più veloce, qualcuno ordina il vino che aveva ordinato prima l’amica e chi si butta su qualche altra etichetta, che ispira più per il nome che per conoscenza.
La serata è lunga e non si ha nessuna fretta di raggiungere Morfeo, quindi scatta l’agguato.
In tavola arriva un vino non facile: Riesling Trocken 2007 Dr.Pauly-Bergweiler, provenienza: Germania.

Facce perplesse. “In Germania fanno vino?” “Mamma mia, che brutta etichetta

Si assaggia, facce ancora più perplesse, si riassaggia e comincia a spuntare qualche sorriso. “Però!“, “Buono“, qualcuno gentilmente dice “Non è la mia tipologia” che tradotto è “Non mi piace per niente!“… dopo venti minuti la bottiglia è vuota (penso però sia colpa mia e di Letizia, la bottiglia si è fermata dalle nostre parti e non si è più mossa).

La serata è in conclusione e si passa a compilare il questionario di gradimento, di seguito la media delle valutazioni con le note più interessante dei partecipanti

AMBIENTE (scala da 1 a 10)
– Aspetto esterno: 7,4

– Primo impatto interno: 8
– Giudizio a fine serata: 8,8
Buona selezione musicale“, “All’inizio semi-vuoto, poi si riempie pian piano“, “Caldo e accogliente“, “Carino anche il bagno

CARTA VINI/PROPOSTA CUCINA
– Carta vini: 6,8
– Carta cucina: 7,6

“Fastidiosa la carta vini non leggibile bene”, “Un po’ povera come numero la carta vini” “Proposte di cucina valide e sfiziose”

VINI DEGUSTATI
– Giudizio: 8,4

SERVIZIO
– Gentilezza/Tempi: 8,8

Personale non troppo coinvolgente sulla parte vini“, “Senza informazioni non si sa che posso scegliere una bottiglia dagli scaffali e berla con gli amici

PREZZI
– Vini: 8,8
– Cucina: 8,4

GIUDIZIO FINALE: 4 cavatappi su 5
Conclusioni:
Il giudizio degli under 30 non è distante da quello che avevamo fatto come critici. Cambiano però alcuni parametri di valutazione.
Molta più attenzione all’ambiente: esterno, musica, arredamento. Meno su quali vini sono in degustazione, anche se qui c’è da notare un aspetto interessante.
La valutazione non alta sulla carta vini (un po’ per i nomi dei vini poco conosciuti e per una numerosità che è sembrata ridotta), ed il giudizio sulla qualità dei vini degustati nettamente superiore. Come dire “non li conoscevo, ma sono buonissimi”.
Infine il servizio. Apprezzata la gentilezza, i tempi, la possibilità dell’assaggio del vino scelto prima del riempimento del calice, meno il fatto che i vini in lista non siano stati illustrati. Evidenziando che un certo tipo di clienti si aspetta in automatico in un’enoteca la spiegazione dei vini disponibili.

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