Varie

Letti in un sorso

Bella iniziativa di Santa Margherita che lancia un concorso letterario dedicato al vino e che prevederà per i vincitori la pubblicazione, sulle retro etichette di Pinot Grigio, Chardonnay Trentino e Müller Thurgau Frizzante, di un piccolo racconto, ovviamente dedicato al vino.

Fino al 30 settembre 2006 sarà possibile inviare racconti, quindi quest’estate oltre a leggere libri, perchè non provate a scriverne uno?

3 commenti

  • Anonymous

    Bentornato Max.
    L’iniziativa è interessante , ma non trovi singolare il fatto che, spesso, per la promozione di eventi legati al mondo vitivinicolo si ricorra, senza grande sforzo di fantasia, a concorsi di scrittura, poesia o similia rivolti ai consumatori? Sarà perché noi italiani siamo, proverbialmente e tradizionalmente, un popolo di letterati e poeti o perché, come è facile verificare, su giornali, riviste e web siamo in troppi a voler scrivere la nostra?
    Buon agosto.
    egidiocalloni

  • Max-QM

    Caro Egidio,
    gli italiani sono un popolo di creativi quando si tratta di pagare di meno, ma quando si tratta di comunicare siamo indietro.
    L’idea di Santa Margherita non è certo originale, ma la vedo bene legata al periodo estivo.

    E poi quelli che hanno voglia di scrivere e dire la loro purtroppo sono sempre pochi in un mondo in cui ci si fanno sempre meno domande…
    E poi vuoi mettere nel trovarti nel retroetichetta invece che abbinamenti assurdi, uno scritto inedito? :-))

  • Slawka G. Scarso

    Max, hai ragione, l’iniziativa non è originalissima – mi viene in mente un’azienda statunitense che dietro alle lattine di caffé da sempre pubblica il racconto di qualche autore emergente.
    Però come dici pure tu ogni sforzo fatto per comunicare bene il vino è più che apprezzabile.
    Quanto al fatto di “sfruttare” i consumatori con questo specchietto per le allodole che è solo pubblicità… non credo sia il caso delle tante iniziative che puntano a dare opportunità agli scrittori emergenti.
    Gli scrittori in erba, i giovani che aspirano ad essere pubblicati, anche “solo” sulla retroetichetta di una bottiglia sono tanti, e alcuni di questi sono pure bravi. Questi giovani (alcuni di spirito e non di anagrafe) apprezzano ogni possibilità data loro perché ogni possibilità vuol dire visibilità, e vuol dire “qualcuno mi leggerà”, che è il motivo principale per cui uno non scrive nel diario, ma sente il bisogno di dire qualcosa che verrà letto.
    Se le case editrici stentano a pubblicare gli emergenti perché non hanno i budget da mettere in gioco, ben vengano le aziende del vino che danno opportunità alternative ai giovani che almeno così possono mettersi in gioco.

    Questo per dire che secondo me non è una forzatura, ma, in termini di marketing, una win-win solution!

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