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Il Mosnel, la longevità del Franciacorta.

Di Franciacorta se ne sente parlare in tutti i modi. Da vino “modaiolo” degli ultimi anni, a caso di ottimo marketing del suo Consorzio, alla “sfida continua” con lo Champagne (o qualcuno dice, con malizia, con il Prosecco).

Di sicuro, tra gli appassionati, quando si parla di longevità del metodo classico, si pensa a pochissimi vini italiani e molti francesi. Difficile che il primo pensiero corra alla Franciacorta.
Eppure ci sono casi, dove la qualità in cantina è sempre stata di casa ed i risultati si fanno sentire anche a distanza di anni.

Parliamo de Il Mosnel, azienda di Camignone, la cui storia come viticoltori fonda le sue origini già nel 1836.

L’occasione è stata quella di testare diverse sboccature ed annate del brut di casa. Grazie  a Giulio e Lucia Barzanò, abbiamo potuto degustare Franciacorta Brut 2009 con sboccatura alla volée, sboccatura 10.2012, sboccatura 06.2012, sboccatura 01.2012 (tra gli ultimi tre, sicuramente il mio preferito, dimostrando che quando la qualità c’è, una sboccatura tra 1 e 2 anni può dare ottimi risultati). Provato poi il Franciacorta Brut 2008 (sboccatura 10.2011), il 2007 (sboccatura 10.2010), il 2006 con sboccatura 01.2010 (sicuramente il vino più buono di tutta la batteria, complesso, lungo, notevole al naso). A seguire un piacevole 2004, con sboccatura 10.2007.

Ma il vino che più mi ha colpito è il Franciacorta QdE 1990 (sboccatura 2005), un blend di 60% Chardonnay, 30% Pinot Bianco e 10% Pinot Nero. Ancora fresco, molto elegante, ma con una bevibilità assolutamente eccezionale per un vino di 22 anni e sboccato ormai 7 anni fa.
Certo una produzione molto piccola (parliamo di circa 300 magnum), ma che permette di comprendere come in Franciacorta esistano zone particolarmente vocate, ma soprattutto produttori, che con impegno ed un attenzione continua alla vigna, all’uva e alle pratiche in cantina, possano raggiungere grandi risultati.


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