Come leggere una carta vini
I casi sono due: o non vedete l’ora di prendere possesso della carta vini per sbirciarla o ne avete un timore quasi referenziale.
In questo secondo caso, l’articolo che segue potrebbe tornarvi utile.
Prima di tutto, ci sono carte vini e carte vini.
Una volta per carta vini si intendeva quella distinta, anche fisicamente, dal menu.
Oggi, anche in ristoranti di buon livello, si tende a fare menu più sintetici e la carta vini è relegata alle ultime pagine del menu (non vale però quella a fondo pagina con tutte le bevande della vostra pizzeria preferita).
Che caratteristiche deve avere una buona carta vini?
Cominciamo dalla numerosità.
Un buon numero può dare indicazione di ricerca e ricchezza della proposta. Ma non sempre.
Già una quindicina di vini diversi possono essere una buona proposta se fatta in modo intelligente e vario. Se poi si tratta di cucina locale e le etichette sono solo quelle del territorio, con diversi produttori, può già essere divertente.
Il livello qualitativo è più difficile da intuire se non siete proprio esperti.
Quindi cominciamo a indicare quelle di cui non fidarsi troppo:
- da tutte quelle in cui è indicato solo il vitigno o il tipo di vino, senza indicare il produttore o l’annata
- quelle con tanti vini diversi dello stesso produttore (nel caso invece di annate diverse dello stesso vino può essere divertente tentare una “verticale”)
- quelle che contengono errori grossolani (Prosecco sotto i vini rossi)
Una buona carta vini dovrebbe sempre indicare per ogni vino:
Nome vino | Nome produttore | Zona o regione | Vitigno/i | Annata | Formato | Prezzo bottiglia (ed eventualmente al calice se previsto)
La carta potrebbe essere organizzata per tipologia. Prima i vini frizzanti, poi i bianchi fermi, i rossi ed infine i passiti oppure per area geografica: Italia (e distinzione tra le regioni), Francia, Resto del mondo.
Utile anche l’accostamento del vino al calice ad uno specifico menu (in questo caso fidatevi e fatevi guidare).
Se nel ristorante è previsto un sommellier, approfittate della sua presenza e non abbiate paura di chiedere informazioni sulla carta o di farvi suggerire alcune proposte. Per aiutarlo conviene sempre indicare una fascia di prezzo delle bottiglie e la tipologia (bianco, rosso, metodo classico, giovane o d’annata).
L’abbinamento non è mai semplice e molto dipendente dai gusti di ogni commensale. Un consiglio che possiamo darvi è quello di iniziare sempre con un vino frizzante, come uno spumante metodo classico o un più semplice Martinotti e poi proseguire seguendo anche i piatti scelti. Se di cucina locale, preferire sempre un vino del luogo, ma potete anche provare abbinamenti innovativi.
Non abbiate paura della carta vini, è un elemento di aiuto e di valore nel rendere l’esperienza culinaria completa ed appagante