Amicizia e barbatelle. #barbera2 un anno dopo.
Sono fortunato. Detto così può sembrare un modo strano per iniziare un post. Ma quando ti scegli un hobby, che diventa quasi un lavoro, e ti rendi conto che alla fine della giornata vai a dormire con un sorriso stampato in faccia, hai questa certezza.
E così, una giornata nata per vedere come prosegue il progetto di #barbera2 (qui e qui) diventa non solo una giornata per comunicare il vino, ma soprattutto per vedere ancora una volta come il vino riesca a riunire persone diverse, come provenienza, età, nazione e dopo una giornata tra vigne, merende e brindisi, a dare la sensazione di conoscersi da sempre.
Tutto inizia con la visita al vigneto di barbera di Gianluca Morino, impiantato con le 100 barbatelle di Stefano Calosso che erano state regalate ad ogni partecipante l’anno prima, in occasione di #barbera2
Qui, grazie alla perizia di Maurizio Gily abbiamo scoperto e provato direttamente alcuni lavori di vigna, dimostrando come da “cittadini” siamo più portati a bere che a zappare (ne ha fatto le spese una piccola barbatella scambiata per sterpaglia…).
E visto che il sole e l’umidità ci hanno messo a dura prova in campo (pur senza bere sembrava che il livello alcolico dei presenti fosse già vicino alla soglia di guardia)
ci siamo trasferiti in Cascina Garitina per la “merenda sinoira”.
In un ambiente più consono al gruppo, abbiamo dato l’assalto alla buonissima focaccia e pane fatto in casa da Stefano, alla torta alle fragole di Armanda, al salame di Sandra, ed ovviamente ai vini di Gianluca: Brachetto
ma anche Barbera, Merlot e Dolcetto.
In questo contesto, abbiamo approfondito le conoscenze, scoprendo che erano presenti persone che arrivavano da Senigallia, da Genova, da Milano, da Torino, dall’Olanda e da 200 mt di distanza.
Ed è qui che scatta l’effetto del vino, non tanto per l’alcol, ma perché riesce a scardinare qualsiasi convenzione sociale e ti permette di versare del vino ad uno sconosciuto e dopo 5 minuti riderci insieme. Oppure provare a fare lo sborone con due calici alla cieca e poi, per colpa di uno sguardo, non capire più qual’è il barbera e qual’è il dolcetto.
Dopo la merenda, alcuni partecipanti, ci hanno, ahime, abbandonato, ma i sopravvissuti si sono ritrovati alla Tenuta La Romana per la cena.
Qui, in un ambiente che ci ha ricordato Casino Royale
abbiamo assaggiato le specialità locali e aperto un’interessantissima Jéroboam Balthazar (12 litri) di neuvSENT 2004, Barbera d’Asti di Cascina Garitina
Questo, ha avuto come effetto collaterale di tenerci svegli fino a notte inoltrata a bordo piscina. Allietati dalla brezza notturna, dal Barbera e da una bottiglia di Carmenere, abbiamo assistito a delle autentiche perle di saggezza. Abbiamo scoperto che nel Monferrato non piove pioggia normale, ma “ghiaccio fuso”, ma che soprattutto l’amicizia si alimenta con il vino, ma svanito l’effetto rimane più forte di prima.
Un grazie a Gianluca Morino e Monica Pisciella, bravissimo organizzatori, ma soprattutto amici.
TUTTE LE FOTO:
12 commenti
Pingback:
Sandra
Quasi quasi mi emoziono 🙂
P.s. il salame non è mio però! 😛
Max Cochetti
E’ diventato tuo nel senso che l’hai mangiato tutto 🙂
Armanda
Ma che bello Max! 🙂 grazie.
sandra longinotti
davvero divertente, da replicare! scopro ora che non era un nabucodonosor 😉
Max Cochetti
Ops, ho sbagliato anch’io. E’ una Balthazar 🙂
caterina andorno
Ciao Max, le foto sono bellissime come la giornata trascorsa tutti insieme.
sandra longinotti
😀 qui dobbiamo fare un ripassino sui nomi delle bottiglie!
Max Cochetti
@Sandra longinotti Hai ragione, bisogna aprirne più spesso di formati speciali, così non ci si confonde 😉
Gianluca Morino
Mi piace davvero tanto il tuo post.
Foto splendide racconto puntuale e di cuore…
Spero che la terra del Nizza sia ora piùconfidenziale anche per te…
Max Cochetti
Sicuramente Gianluca. Poco appariscente forse, ma con tanta sostanza dentro!
Monica Pisciella - Wineup
Grazie di cuore Max, della tua presenza, delle foto bellissime e di questo post, che davvero emoziona, e che si sente che è scritto col cuore.
Spero anch’io, come Gianluca, che Nizza, il Monferrato e questa parte di Piemonte diventino più famigliari per tutti e che vi sentiate sempre a casa tra queste colline e questi filari di barbera.