Live Wine 2018, sempre di più una conferma
900 vini e 165 espositori al Live Wine 2018
Anche questa 4^ edizione 2018 del Live Wine a Milano si conferma uno degli eventi più interessanti per conoscere ed assaggiare grandi vini artigianali italiani e stranieri.
Purtroppo la visita è stata limitata a lunedì e con poco tempo a disposizione, ma grazie agli spazi dell’ex Palazzo del Ghiaccio milanese non è stato difficoltoso effettuare un po’ di assaggi.
Tra i tanti vini assaggiati, notevoli i nuovi ingressi della distribuzione di Stefano Sarfati con in particolare il Nebbiolo di Conti da quella zona del Novarese che sempre di più sta tirando fuori nebbioli eleganti e non banali. Molto interessanti i vini del Domaine de Brin, in particolari i rossi, realizzati con uve non comuni francesi.
L’unione fa la forza al banchetto dei vini calabresi di Cirò di A’Vita, Calabretta e Sergio Arcuri con i Cirò giovani ma con un bel potenziale e i due rosati di A’Vita e Sergio Arcuri veramente notevoli.
Da Barraco ci si diverte sempre. Dalla nuova bolla di nero d’Avola, ai vini in poche centinaia di bottiglie dei vitigni ormai scomparsi, ma il cuore l’abbiamo lasciato sullo Zibibbo 2016, già in forma strepitosa.
Una piacevole conferma, sono state le garganega rifermentate di Nevio Scala (ex mitico allenatore del Parma), che al primo anno di imbottigliamento sorprendono per vivacità e pulizia.
Da GluGluWine, altro distributore con tanti vini interessanti, ottime conferme da Fabbrica San Martino, Camiliano e Macea, con la zona delle colline lucchesi che ormai sta diventando la patria di una produzione originale e ben differenziata rispetto ad altre zone toscane.
Ottimo anche lo Champagne Augustin, una botta di freschezza e corpo, grazie alle vecchie vigne di Pinot Nero ed un residuo zuccherino praticamente nullo.
La moda dei rifermentati colpisce anche in Sicilia, e precisamente sull’Etna, dove Davide Bentivegna di Etnella/La Presa ha realizzato Attia, giocoso ed arrogante, ma da berne a fiumi in una calda estate.
Sorpresa in casa Val d’Aosta con la Maison Maurice Cretaz, che ha presentato una linea di vini piacevoli e con una bella connotazione territoriale, e considerando che di nuova azienda si tratta, devo dire che hanno messo (bene) le cose in chiaro su come intendono fare vino.
Una conferma il Cuna di Podere Santa Felicità, che abbiamo disturbato in pausa pranzo, ma che si conferma una bellissima interpretazione del Pinot Nero in Toscana.
Da Dissociazioni Enologiche sorprendente la Barbera beneventana di Costa delle Viole e una pattuglia di francesi sempre intriganti.
E chiudiamo con la conferma di De Bartoli, un po’ perché chiudere con i suoi Marsala, vuol dire uscire dal LiveWine felici e contenti (Vigna La Miccia 5 anni da paura), ma anche perché Grillo e Zibibbo integer si dimostrano dei gran fuoriclassi (con una preferenza personale sul Grillo).